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Antonio Vivaldi
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Antonio Vivaldi

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“Antonio Vivaldi” nasce a Venezia il 4 marzo 1678. Le sue notizie biografiche sono poco note e spesso non rispondenti al vero. Il padre (violinista presso la Basilica di San Marco, al teatro San Giovanni Grisostomo e all’Ospedale dei Mendicanti) è il suo primo insegnante di violino e Vivaldi già da bambino mostra di avere un grande talento, tanto da essere ammesso precocemente a frequentare i musicisti della Cappella del Doge (la Basilica di San Marco) e gradualmente sostituisce il padre nelle esibizioni. In seguito intraprende gli studi religiosi ma non abbandona la sua formazione musicale e dopo l’ordinazione riesce ad ottenere una dispensa dalla celebrazione della messa per problemi di salute, continuando a lavorare come violinista a fianco del padre.
 

Agli inizi del 1700 viene assunto al Pio Ospedale della Pietà, all’inizio come semplice maestro di violino ed in seguito arriva fino alla carica di compositore e maestro d’orchestra. Con a disposizione un buon numero di musiciste e cantanti, riesce a dedicarsi completamente alla composizione e alle varie sperimentazioni musicali tanto che la maggior parte delle sue opere risalgono proprio a questo periodo, come le Opus 1 e 2. Nel frattempo compone anche opere da rappresentare al teatro (vedi l’Ottone in villa RV729, il Cresto tolto alle fiamme RV Anh 138, il Nerone fatto Cesare RV 724) e diventa in seguito sia impresario che direttore delle musiche presso il Teatro Sant’Angelo di Venezia. Riceve da la Pietà l’incarico di comporre dei componimenti liturgici, tra cui il Juditha triumphans devicta Holofernis RV 644 barbarie è sicuramente il più noto.
 

Gli anni della maturità lo vedono lontano da Venezia, vivendo un periodo a Mantova presso la corte del principe Filippo d’Assia-Darmstadt, poi a Milano ed in seguito a Roma da papa Benedetto XIII. Alla fine comunque torna a Venezia ed è il periodo in cui compone Le quattro stagioni, l’opera più conosciuta fra tutte quelle di Vivaldi. Conosciutissimo in Europa, diverse famiglie nobiliari gli ordinano diverse opere; dall’imperatore Carlo VI d’Asburgo riceve addirittura il titolo di cavaliere e una medaglia d’oro nonché un invito a corte a Vienna, raccolto dopo che a Venezia la sua popolarità ormai andava decadendo. Anche a Vienna non passa un buon periodo dopo l’imminente morte dell’imperatore e i fatti della Guerra di successione austriaca ma, per la sua malattia o per ristrettezze finanziarie, non torna più a Venezia e rimane nella capitale austriaca fino alla sua morte, avvenuta il 28 luglio 1741.
 

La fama di Vivaldi, dopo la sua morte, cade nell’oblio più completo fino a che non vengono ritrovati i suoi componimenti, sparsi tra i collezionisti d’Italia e d’Europa. Lo stile musicale vivaldiano è caratterizzato da una struttura formale e ritmica del concerto, alla continua ricerca di contrasti armonici e inventando temi e melodie inconsuete. Il suo modo di comporre è tale per essere apprezzato sia dal grande pubblico che dagli specialisti. Comunque, come testimoniato anche da celebri scrittori del tempo, è stato spesso più apprezzato come violinista che come compositore.

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 In sintesi la carriera musicale di Vivaldi:
 

  • Infanzia-1693: prende le prime lezioni di violino dal padre e presto gli viene permesso di frequentare l’ambiente musicale della Cappella della Basilica di San Marco per rafforzare i suoi primi studi musicali; in seguito viene avviato alla vita ecclesiastica, intraprendendo in seguito poi gli studi di teologia e contemporaneamente quelli di musica col continuo esercizio al violino.
  • 1703: viene ordinato sacerdote ma continua a lavorare con il padre e l’anno successivo, a causa dei suoi problemi di salute, viene dispensato dal celebrare messa; viene assunto come maestro di violino pressi il Pio ospedale della Pietà, rimanendoci fino al 1720.
  • 1705: viene pubblicata l’Opus 1, raccolta di sonate a tre in stile neocorelliano.
  • 1708: fa pubblicare l’Opus 2, un’altra raccolta di 12 sonate, stavolta per violino e basso continuo.
  • 1711: è l’anno della pubblicazione della raccolta che lo farà conoscere a livello internazionale, L’estro armonico (Opus 3), composto da 12 concerti per uno, due e quattro violini con archi; dello stesso anno è anche lo Stabat Mater RV 621, commissionato dalla Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri di Brescia.
  • 1714: il grande successo de L’estro armonico viene bissato con l’uscita de La stravaganza (Opus 5), raccolta di concerti per solo violino ed archi.
  • 1713-1718: è il periodo delle rappresentazioni delle sue opere teatrali, sia di stampo storico che liturgico, quest’ultime commissionate dal Pio Ospedale della Pietà.
  • 1718-1725: in questi anni Vivaldi si trasferisce da Venezia prima a Mantova, poi a Milano e in seguito a Roma, nelle vesti di maestro di cappella da camera e di questo periodo sono il Tito Manlio RV 738, La Silva RV 734 e L’adorazione delli tre re magi al bambino Gesù RV 645, oltre che de Le quattro stagioni; da Roma poi torna a Venezia.
  • 1728-1741: è il periodo che vede l’allontanamento definitivo di Vivaldi da Venezia e dall’Italia in generale, rinfrancandosi nella corte austriaca a Vienna presso Carlo VI d’Asburgo; dopo la morte dell’imperatore comunque inizia un serio periodo di crisi per il compositore, che compromise anche la sua salute già cagionevole portandolo alla morte nel 1741.
     

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