Questa pagina costituisce in sintesi il trattato di una “Revisione sistemica” in grado di evidenziare il migliore utilizzo dell’arte della musica nel contesto di una struttura ospedaliera.
Questa ricerca qui pubblicata va interpretata come l’integrazione alle pagine di “AbissiDiTerapia & AbissiDiNursing”,
in quanto in grado di completarne i concetti, le applicazioni e la scientificita’ delle nozioni esposte, nell’ambito del progetto de “LaFavolaBlu”.
L’istituto americano “Joanna Briggs” vuole porre in evidenza alcuni concetti di osservazione attraverso uno studio mirato“a random ( o campione di un totale di n. 20 pazienti)
ai quali n. 10 “somministare” della musica pre registrata, ed un altro gruppo di n. 10 ai quali non farla ascoltare.
La popolazione oggetto di questo studio comprendeva:
Il genere prescelto include i seguenti tipi melodici e una serie di suoni naturali, che possono essere scelti proprio dal paziente:
1. Musica classica
2. Musica strumentale
3. Musica rilassante
4. Musica al pianoforte
5. Musica new age
6. Suoni della natura
Addentrandoci nello specifico di tale “Revisione sistemica” schematicamente potremmo osservare di seguito una seria di azioni, di effetti e di esiti finali.
L’utilizzo della musica ed i suoi effetti non prevede dei risultati solo nell’ambito ospedaliero,ma anche nei contesti assistenziali residenziali. Essi sono:
Riduzione dell’Ansia, Rilassamento, Riduzione del dolore, Riduzione del rumore, Miglioramento delle funzioni cognitive, Miglioramento del senso di soddisfazione, Miglioramento dell’umore, Maggiore tolleranza agli esercizi fisici ed alle procedure ospedaliere (interventi chirurgici e diagnostico invasivi).
Dunque riassumendo si evince che fare ascoltare musica registrata ai pazienti, durante il loro allettamento o la costrizione su una sedia, ne riduce l’ansia e ne migliora l’umore.
Tratto dalla rivista “Best Practice” vol.5 aprile 2001
Traduzioni a cura dell’Infermiera Prof.le “Mosci Daniela”
Centro studi EBN – Direz serv.Infermieristico e tecnico
Azienda Ospedaliera di Bologna- Policlinico “S. Orsola- Mapighi"