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 Il "centro storico di Genova" si snoda in un labirinto di vicoli (chiamati caruggi) che risalgono all'epoca medievale e ha un'estensione elevata, di circa 1,13 km², per cui può essere considerato uno dei centri storici più densamente popolati (20.000 abitanti in circa 5.000 edifici).
Durante la Seconda Guerra Mondiale è stato pesantemente bombardato dagli Alleati, ma solo poco meno di un quarto degli edifici è stato ricostruito successivamente al conflitto.
Una parte del centro storico è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO, in particolare i cosiddetti Palazzi dei Rolli: dimore patrizie prestigiose che, sulla base di un sorteggio pubblico, ospitavano personaggi illustri di passaggio in città (ambasciatori, sovrani, principi).

La maggior parte degli edifici che compongono il centro storico risalgono al XII-XIII secolo, ma l'abitudine a costruire sull'esistente ha prodotto un insieme architettonico molto eterogeneo.
Nell'area erano presenti numerosi torrenti e ruscelli, che nei secoli sono stati coperti o incanalati nel sistema fognario cittadino per fare spazio a nuove aree edificabili; di questi corsi d'acqua rimane memoria nella toponomastica cittadina (ad esempio Piazza Acquaverde).

 

 Visione della collina di Sarzano del "Centro Storico"

 

Il centro storico è tradizionalmente suddiviso in 6 zone dette "sestieri":

  • Pré
  • Portoria
  • Molo
  • Maddalena
  • San Vincenzo
  • San Teodoro

 

 

 

Una visione del "Centro Storico"

 

  • I primi insediamenti

 

Per la continua stratificazione edilizia, non risultano visibili resti archeologici romani o preromani, ma spesso gli ordinari lavori di ampliamento stradale o di scavo hanno portato alla luce oggetti e nuclei abitativi anche molto antichi.
E' probabile che la collina di Sarzano, da cui si poteva controllare il sottostante tratto di mare, sia stata il primo insediamento maggiormente abitato di epoca preromana.
Nella zona del centro (piazza De Ferrari, via XX Settembre, via San Lorenzo) sono state rinvenute anche numerose sepolture, molto simili a quelle utilizzate dagli Etruschi dell'Etruria settentrionale.

 

  • L'epoca romana

Genova, come altre cittadine liguri, era legata a Roma da motivi politici ed economici fin dal IV secolo a.C. Durante la seconda guerra punica, nel 205 a.C., venne distrutta dal generale Magone Barca, fratello di Annibale e ricostruita pochi anni dopo per opera del propretore Spurio Lucrezio.
I ritrovamenti e le ricerche effettuate, nonché una certa regolarità nelle vie che compongono il centro storico medievale, fanno ipotizzare che la città fosse attraversata da alcune strade romane, il cui percorso è incerto e probabilmente mutato.
In epoca cristiana, alcune leggende vogliono il passaggio in città di San Pietro, dei SS. Nazario e Celso, di San Lorenzo, di Papa Sisto II. Non è certa l'identità né la sequenza dei primi vescovi della diocesi genovese, il più noto dei quali è San Siro, sotto il quale si è iniziata la costruzione della prima cattedrale di Genova.

 

  • Il Medioevo

Nel 569 il Vescovo di Milano, in fuga dal re dei Longobardi Alboino, trova rifugio a Genova: la curia vescovile si insedia nella zona dell'attuale piazza Matteotti, costruendovi una chiesa dedicata a Sant'Ambrogio, divenuta nei secoli la chiesa del Gesù e dei SS. Ambrogio e Andrea.
L'espansione della Genova antica e la necessità di difendersi dagli attacchi di nemici esterni (i Longobardi nel 641, i Saraceni nel 935) porta alla costruzione di diverse cinte murarie di raggio sempre più ampio: famose sono quelle duecentesche, dette del Barbarossa, che abbracciaviano anche le zone periferiche di campagna.
A partire dal 1125 vengono edificati i porticati che caratterizzano ancor oggi la zona di sottoripa, sul fronte del porto antico, dalla Porta dei vacca all'attuale piazza Cavour. Allora come oggi abbondavano i negozi e le locande, che in origine occupavano anche la parte antistante dei portici, rendendoli una specie di galleria.
Nella seconda metà del XIV secolo vengono creati gli Alberghi, unione di famiglie nobili che condividevano potere politico, economico e immobiliare.
Tra la fine del Trecento e il primo Cinquecento nasce un vero e proprio quartiere a luci rosse al Monte Albano (attuale Castelletto): la tassazione di questa attività serviva per finanziare opere di manutenzione e l'espansione del porto.
Nel 1493 giunge in città un gruppo di Ebrei in fuga dalla Spagna, che si insediano tra via del Campo e piazzetta Fregoso; nel corso del Seicento questa zona diverrà il primo ghetto ebraico di Genova e i vicoli e le strade di accesso saranno chiusi da cancelli. Oggi è uno dei quartieri più degradati del centro storico.

 

  • Dal Rinascimento alla fine della Repubblica

Il Cinquecento è considerato "el siglo de los Genoveses", un periodo di forte espansione economica e politica di cui è protagonista il famoso condottiero e ammiraglio Andrea Doria. Per conto di alcune famiglie nobili viene edificata la Strada Nuova (l'attuale via Garibaldi), lunga circa 250 metri, con palazzi signorili magnifici. Dello stesso periodo sono la Loggia dei Mercanti e la chiesa di San Pietro in Banchi.
Durante il XVII secolo si costruisce una nuova cinta muraria (le Mura Nuove), che espande ulteriormente la superficie urbana. Al primo '600 risale anche via Balbi (dall'omonima famiglia genovese), di cui sopravvive la prima parte in salita: vi sorgono importanti e maestosi palazzi, tra cui Palazzo Reale. Nella zona della Darsena viene invece edificata una moschea: ne rimane un pilastro originale nella biblioteca della Facoltà di Economia e Commercio.
Nel 1684 Genova viene pesantemente bombardata dalle navi francesi: tra gli edifici andati distrutti è anche la casa di Cristoforo Colombo, che sarà ricostruita e rimaneggiata successivamente ed è visibile ancor oggi in vico dritto di Ponticello.
Tra il 1718 e il 1724 si costruisce il ponte di Carignano, che unisce direttamente il colle di Carignano a quello di Sarzano. Nella seconda metà del '700 viene prolungata la Strada Nuova con la Strada Nuovissima (l'attuale via Cairoli), che unisce la prima a via Balbi passando attraverso la piazza dell'Annunziata.

 

  • L'era contemporanea e l'espansione urbana del XIX secolo

Con la fine della Repubblica e la nascita della Repubblica Ligure nel 1797, molti edifici religiosi (chiese, conventi, ospedali) sono soppressi e i beni incamerati dallo Stato.
Dopo il Congresso di Vienna, il territorio di Genova è ceduto al Regno di Sardegna. Nel 1825 l'architetto Carlo Barabino realizza il Parco dell'Acquasola sull'omonima spianata, collegandolo col parco della villa Di Negro, attraverso l'attuale piazza Corvetto.
Negli anni '60 dell'Ottocento c'è stato un riordino della toponomastica cittadina, con la rinominazione di 32 vie e l'introduzione di 86 toponimi nuovi.
Nel 1873 si edifica la Galleria Mazzini, che dagli anni '20 del Novecento ospita la Fiera del Libro.
Tra il XIX e il XX secolo la città ha subito una forte trasformazione, con la demolizione di molti vecchi edifici e la costruzione di importanti strade, come Via Carlo Felice (oggi via XXV aprile) nel 1825, Via Carlo Alberto (oggi via Gramsci) nel 1835, Via e Piazza San Lorenzo (1835-1855), Via Assarotti (1850-1856), Via Fieschi (1865-1870), Via XX Settembre (1892-1912) e Piazza Dante (1912-1934); nuove costruzioni anche al quartiere di Castelletto con le due circonvallazioni che lo cingono.

  
 

Visione dell'attuale "Centro Storico"

 

  • Dal XX secolo a oggi

Nel corso del Novecento, via XX settembre diventa il fulcro della vita cittadina e le altre zone del centro storico sono destinate sempre più al degrado e all'abbandono, complice l'esodo delle classi agiate verso i quartieri collinari o appena fuori Genova.
Durante il Regime, l'architetto Marcello Piacentini progetta Piazza della Vittoria (con l'Arco della Vittoria, inaugurato nel '31) e il Grattacielo dell'Orologio (inaugurato nel '40), alto 108 metri, l'edificio più alto della città fino al 1992, quando sarà superato dal Matitone alto 109 metri.
Negli anni della Seconda Guerra Mondiale il centro storico è stato bombardato e solo in parte ricostruito nell'immediato Dopoguerra, rimanendo per diverso tempo una delle zone più degradate di Genova. Successivamente, sulle macerie dei palazzi danneggiati sono sorte nuove costruzioni in stile moderno e più alte.
Negli anni '60 la realizzazione della strada sopraelevata ha comportato molte demolizioni, ma permette la visione di parte del centro da una posizione panoramica.
Grazie ai finanziamenti legati a eventi come Italia '90, EXPO '92, G8 2001, è iniziata una rinascita della città vecchia, che è gradualmente diventata un'attrazione turistica.

 


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