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Mia Martini
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Mia Martini

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"Mia Martini" e’ il nome d’arte di Domenica Bertè, nasce a Bagnara Calabra (RC) il 20 settembre e si spegne il 12 maggio 1995.

 

L’esordio ufficiale nel mondo della musica è nel 1963 quando il M° Carlo Alberto Rossi la fa conoscere al pubblico come ragazza yè-yè sotto il nome di Mimì Bertè ma il successo durò poco ed infatti si riaffaccia alla musica solo 8 anni dopo, col nome di Mia Martini (secondo un suggerimento del suo nuovo produttore Alberigo Crocetta).

Nello stesso anno pubblica il suo primo album, Oltre la collina, che riscontra ottimo successo di critica e considerato come “uno dei migliori lavori realizzati da una donna”, contenente tra l’altro brani come Padre davvero e Gesù è mio fratello, particolari nelle loro tematiche come in fondo il fil rouge dell’album stesso, in cui si narrano storie di grande disagio giovanile del tempo.

Altri singoli come Piccolo uomo, Minuetto e Per averti durante gli anni ’70 le daranno una grande popolarità e questa cresce fino alla metà degli anni ’80 con Del mio amor, E non finisce mica il cielo (Premio della critica al Festival di Sanremo del 1982) e Vecchio sole di pietra, quando intorno al suo personaggio circolano voci di carattere superstizioso che la costringono ad abbandonare le scene per un po’ di tempo.

 

Il ritorno è al Festival di Sanremo del 1989 con Almeno tu nell’universo che le tributa un consenso aumentato di pubblico e critica; seguono altri due successi sanremesi come La nevicata del ’56 (1990) e Gli uomini non cambiano (1992) e un duetto con Roberto Murolo in Cu ‘mme. La musica che mi gira intorno è la sua ultima fatica dove reinterpreta a suo modo brani di suoi colleghi di intensa carica sentimentale come Hotel Supramonte, Mimì sarà e Dillo alla luna.

 

Il 14 maggio del 1995 viene trovata senza vita nella sua dimora a Cardano al Campo (VA), ufficialmente per un arresto cardiaco sopravvenuto due giorni prima per un’eccesiva dose di medicinali anticoagulanti (che assumeva per un problema di salute), ma un paio di anni fa la sorella Loredana (Bertè, ndr)rimette in discussione questa tesi.

 

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 In sintesi la carriera artistica di Mia Martini:

  • 1963: debutta sulla scena musicale come Mimì Bertè.
  • 1964-1970: vince il Festival di Bellaria con Come puoi farlo tu e seguono altri come Il magone e Ed ora che abbiamo litigato; lo stile sbarazzino delle canzoni da ragazza yè-yè però dopo un po’ non attira più molto e per un po’ si ritira dalle scene, lavorando in ruoli minori ma sempre nell’ambito della musica.
  • 1971: ritorna a far musica con nuovo nome d’arte di Mia Martini ed escono singoli come Padre davvero e Gesù è mio fratello, dalle tematiche abbastanza forti tanto da dover passare per la censura, ed inseriti nel suo primo album Oltre la collina il quale riscuote un enorme successo.
  • 1972: esce un altro grande successo, Piccolo uomo, che le fa vincere il Festivalbar; nello stesso anno presenta Donna sola alla Mostra Internazionale della Musica Leggera di Venezia che risulta poi il singolo più venduto della manifestazione e nell’autunno pubblica il secondo album Nel mondo, una cosa, anche questo molto apprezzato dalla critica.
  • 1974: la critica europea la consacra come cantante dell’anno e riceve anche il Disco d’oro per il milione di album venduti negli ultimi tre anni.
  • 1976: Charles Aznavour la vuole a cantare con sé in un recital al Teatro Olympia di Parigi, tournèe che si conclude nel 1978.
  • 1981: dopo qualche periodo di silenzio, dovuto sia per un intervento chirurgico alle corde vocali che soprattutto alla rottura della burrascosa storia sentimentale con Ivano Fossati, torna sulle scene come cantautrice ed esce Mimì, album dalle nuove sonorità che riscontra consensi molto favorevoli.
  • 1982: vince il Premio della Critica (istituito per la prima volta) al Festival di Sanremo per il brano E non finisce mica il cielo.
  • 1989: dopo anni di assenza forzata per problemi personali dovuti a storie di maldicenze nei suoi confronti, torna al Festival di Sanremo con Almeno tu nell’universo, canzone scritta per lei da Bruno Lauzi e che viene accolta con grande consenso.
  • Anni ’90: il suo successo continua non solo proponendosi con successi italiani come La nevicata del ’56, Gli uomini non cambiano (Festival di Sanremo del 1990 e 1992) e Rapsodia (Eurofestival 1992), ma interpretando anche brani in dialetto napoletano duettando con Roberto Murolo (Cu ‘mme, 1992) e collaborando con Enzo Gragnanello.

 


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