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Giuni Russo
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Giuni Russo

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"Giuni Russo", all’anagrafe Giuseppa Romeo, nasce a Palermo il 10 settembre 1951.

Già da molto giovane inizia a cimentarsi nel canto, seguendo le orme della madre, cantante lirica nel ruolo di soprano.

All’età di 16 anni conquista già le prime soddisfazioni vincendo insieme a Elio Gandolfi, il Festival di Castrocaro nel 1967 con un’originale interpretazione del brano A chi di Fausto Leali.

Questa vittoria la porta a partecipare l’anno dopo, col nome d’arte di Giusy Romeo, al suo primo Festival di Sanremo con No amore, cantato insieme a Sacha Distel, che comunque non arrivò in finale.

Dopo qualche anno, stabilitasi a Milano, incontra Maria Antonietta Sisini, musicista con la quale instaura un’amicizia affettiva e professionale.
Iniziano nel tempo importanti collaborazioni con Adriano Celentano e finalmente nel 1975 la BASF italiana le propone un contratto discografico, facendole anche cambiare il nome d’arte in Junie Russo facendola esordire come interprete italo-americana e infatti il suo primo album, Love is a woman, contiene brani in sola lingua inglese. L’anno dopo incide per la Durium di Cristiano Malgioglio brani in italiano tra cui Che mi succede adesso e Mai. Nello stesso periodo italianizza il suo nome da Junie in Giuni.

Sono molti i provini che presenta per avere un contratto discografico con la CGD ma solo dopo l’incontro con Franco Battiato, altra grande amicizia duratura, che insieme realizzano alcuni brani che le permetteranno finalmente di firmare, nel 1981, con la casa discografica che comunque lascerà dopo quattro anni per dissapori interni con i discografici.

In quegli anni comunque escono i successi come Un’estate al mare (1982), Good good bye (1982), Sere d’agosto (1983) e Limonata cha cha cha (1984).

Dopo l’esperienza con la CGD ne incomincia un’altra con la Bubble Record molto più gratificante e nel 1986 incide l’album Giuni dal quale viene estratto il singolo Alghero e l’anno successivo duetta con Donatella Rettore in Adrenalina.

Alla fine degli anni ottanta il suo stile verte verso una musica sperimentale che raccoglie diversi generi ben miscelati tra loro come la lirica, il jazz e il pop elegante; questo porterà alla pubblicazione di album come A casa di Ida Rubinstein (1988) e Amala (1992).

La continua evoluzione musicale la porta a cimentarsi anche nel canto-cabaret ispirandosi ad Ettore Petrolini, come testimonia l’album Se fossi più simpatica sarei meno antipatica del 1994.

Passano gli anni tra ospitate e album di raccolte tra cui due live, Voce prigioniera (1998) e Signorina Romeo Live (2002). Nel 2003 partecipa al Festival di Sanremo con Morirò d’amore, molto apprezzato da pubblico e critica, apripista dell’omonimo album nello stesso anno.

Muore il 14 settembre del 2004 nella sua casa a Milano a causa di un male che stava cercando di sconfiggere.

 

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 In sintesi la carriera artistica di Giuni Russo :

 

  • 1967: debutta con Elio Gandolfi al Festival di Castrocaro interpretando A chi, vincendo la manifestazione canora.
  • 1968: prima partecipazione al Festival di Sanremo, come Giusy Romeo, insieme a Sacha Distel con No amore; nello stesso anno incide anche L’onda, musicata da Al Bano, con cui partecipa a Festivalbar e Cantagiro, e la cover di Smoke gets in your eyes (Fumo negli occhi).
  • 1972: il suo nome compare tra i cori dell’album di Adriano Celentano dal titolo I mali del secolo.
  • 1975: incide per la BASF italiana come Junie Russo un album in inglese, Love is a woman.
  • 1976: firma un contratto con la Durium di Cristiano Malgioglio e incide il 45 giri Che mi succede adesso/Mai.
  • 1978: il 45 giri Soli noi/La chiave non viene ben promosso in Italia ma ottiene un buon successo in Francia.
  • 1981-1985: dopo molti tentativi riesce a farsi scritturare alla CGD ma per contrasti interni lascerà quest’etichetta dopo quattro anni; tuttavia sono gli anni in cui escono i singoli che la portano al successo come Un’estate al mare (1982), Good good bye (1982), Sere d’agosto (1983) e Limonata cha cha cha (1984), apripista dell’album Mediterranea uscito sempre nel 1984.
  • 1985-1991: per la Bubble Record incide due album, Giuni nel 1986 in cui era inserito il successo Alghero e Album nel 1987 dove in Adrenalina duetta con Donatella Rettore
    Fine anni ’80: inizia il periodo in cui lo stile di Giuni cambia decisamente rotta e il prodotto dello studio musicale si esplica in una fusione di generi eleganti e culture diverse, come sottolineato dagli album A casa di Ida Rubinstein (1988) e Amala (1992), anche se nello stesso tempo escono diverse raccolte dei suoi successi (I successi di Giuni Russo del 1989 e Le più belle canzoni del 1991).
  • 1994: Se fossi più simpatica sarei meno antipatica è l’album in cui sperimenta il canto-cabaret, ispirandosi liberamente ad Ettore Petrolini.
  • 1997: è protagonista, insieme a Giorgio Albertazzi, del recital Verba Tango dove i versi di Borges vengono cantati su note di musica contemporanea.
  • 1998-2002: in questo periodo escono due album live importanti, Voce prigioniera del 1998 per festeggiare i 30 anni di carriera e Signorina Romeo Live del 2002 caratterizzato da grande cultura e raffinatezza musicale.
  • 2003: partecipa per la seconda volta al Festival di Sanremo con Morirò d’amore che le vale il premio per il miglior arrangiamento (al quale ha collaborato Franco Battiato) e l’album omonimo ottiene un enorme successo; nello stesso anno è interprete dal vivo dei brani della colonna sonora di Napoli che canta, proiettato dopo il suo restauro, al Teatro Zancanaro di Sacile e che in seguito diventa una raccolta che porta lo stesso nome (2004) ed esce inoltre Demo De Midi, un album contenente demo di canzoni inedite del periodo 1980-90.
  • 2004: nella notte tra il 13 e il 14 settembre si spegne nella sua casa di Milano a soli 53 anni.
  • 2004-2011: si susseguono uscite postume di raccolte di brani, film-documentari e biografie

 


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